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Serenelli nel mondo

Serenelli

history of the name - storia del nome

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Ricerca Storico Araldica di Maria Serenelli del 1950
(Maria e' nata a Castelfidardo, Ancona, Italia il 4 Gennaio 1921)

Originaria di Gandino, grosso ed importante borgo della Val Seriana, nel Bergamasco, la casata "Serenelli" dopo essersi illustrata in Bergamo e Cremona, passo' successivamente in Verona, citta' che l'annovero' fra le casate ammesse al suo Nobile Consiglio, della quale si staccarono poi alcuni suoi esponenti che ne diffusero il nome nelle Marche.

Le sue prime memorie in Gandino risalgono alla prima meta' del 1200 riguardano "Antonio" e "Giuseppe" ricchi commercianti di tessuti di lana ivi segnati, il primo nel 1231 ed il secondo nel 1248.

Qualche anno dopo trovarono ricordo "Giovanni" e "Antonio" abitanti in Bergamo e possidenti terrieri del circondario i quali ebbero i terreni devastati nel 1261 quando per aver Bergamo dato ricetto ai nobili milanesi cacciati dalla plebe per istigazione di Martino della Torre si venne ad una guerra con Milano durante la quale fu devastato il territorio Bergamasco.

Gli ultimi aneliti di questo secolo mettono in luce "Giovan Battista" dottore in legge che mentre nel 1296 infierivano le fazioni, prese parte nella qualita' di Guelfo alla cacciata dei Ghibellini da Bergamo i quali rientrativi poi con l'aiuto di Mattia Visconti, Signore di Milano, a lui consegnarono la citta'.

Correndo nel tempo il 1300, mentre Bergamo soggiaceva alla tirannia di Bernabo' Visconti la famiglia e' rappresentata da "Bartolomeo" guelfo accanito che fu tra i pochi che trovarono salvezza con la fuga nell'episodio ricordato nella storia ad anno 1334. In detto anno infatti Bernabo' Visconti per vendicare la morte di Ambrogio, suo figlio naturale, che era stato preso ed ucciso dai guelfi, entro' nella valle di San Martino bruciandovi le case espugnando il monastero di Pontida, facendo strage dei vinti e distruggendo l'Abazia.

Abbiamo raggiunto ora il XV secolo ed in esso opero' "Antonio" che rintracciamo fra i cittadini che composero la deputazione scelta da Bergamo per inviare a Venezia onde passare sotto il di lei dominio e che il 6 maggio dello stesso anno fu presente alla consegna delle chiavi della citta' fatta al provveditore Girolamo Contarini. Il governo veneto lascio' ai bergamaschi le proprie leggi ed accordo' loro molti privilegi, immunita' e distinzioni mandandovi solo un magistrato come rappresentante della republica a cui Bergamo si conservo' sempre fedele.

Riprendendo l'illustrazione dei singoli nomi vediamo che nella Val Seriana "Paolo" possiede beni e cosi' pure il figlio suo "Severo" come rileviamo dagli atti del notaro Benassuti.

Qualche decade piu' tardi il nome della casata figura nel Cremonese: in Chiavica, territorio di Casalmaggiore ed in Cremona stessa, ivi portato da "Serenello", dottore in medicina e valente medico nel 1433 e da "Rodolfo" che troviamo essere stato testimonio in un atto rogato da Giovanni Francesco Sfrondati mediante il quale lo scultore Giovanni Antonio de Piattis fu Simone s'incaricava di scolpire un'arca di marmo per i resti dei martiri Mario e Marta conservati nella chiesa di San Lorenzo di Cremona. Di detto atto trascriviamo nella sua forma originale la parte che ci interessa:

"... Carta promissionis, obbligationis, fideiussionis et finium factarum per Rev. d. Abbatem Sancti Laurentii et fratres dei Meliis, ut infra.
In Christi nomine amen. Anno ab incarnatione eiusdem 1479 Ind. 12 die 26 mensis. Junii in locho paloschi Clausure et districtus Cremone. In domibus inter Monasterii et Abbatie Sancti Laurentii Cremone, sitis in Rodolfo dei Serenellis et Antonio de Favalibus, amnibus testibus notis et idoneis ad hee, adhibitis vocatis et rogatis et qui ibi discerunt se cognoscere infrascriptos dominos Abbatem et fratres dei Meliis et le notarium infrascriptum ..."

Bisogna ora tornare indietro di qualche lustro cioe' verso 1450, epoca nella quale la famiglia nel suo complesso passo' in Verona. Opero' il passaggio "Bartolomeo" figlio di "Sereno" figlio a sua volta del "Pietro" gia' citato. Questo si apprende dell'atto steso da notaro Benassuti che il Torresani riporta e che ci piace trascrivere:

"XI Augusti MCCCCL Egr. vir. Bartholomeus Serenellus dei Gandino quondam Sereno qm. Domini Pauli de S. Michaele ad Portas"

E qui si noti la definizione "Dominus" nel XV secolo era segno di massima distinzione.

In Verona la famiglia fisso' la sua abitazione in San Michele alla Porta, fu ben presto proprietaria di beni e terre iscritta al Campione dell'Estimo. Ecco in fatti come figura nel detto Campione "Bartolomeo" citato:

  • 1473 - De Serenellis Bartholomeus de S. Michaele ad Portas
  • 1482 - Dionysius filius Bartholomeus de S. Michaele ad Portas
  • 1502 - Io. Aloysius qm. Dionysiis de S. Michaele ad Portas

Da questo appare che la discendenza di "Bartolomeo" gode' gli stessi privilegi di possesso, cosa che pone i "Serenelli" fra le migliore famiglie veronesi, in alto censo, economico e sociale.

Ma nel 1473 vi appare segnato anche "Santo" figlio di quel "Serenello" di Chiavica che aveva portato la sua linea nel Cremonese. Dice l'Estimo:

"... Sanctus quondam Serenelli de Clavica, e nel 1502: Maria uxor qm. Sanctis con Filiis de Clavica ..."

E per quasi un secolo i discendenti di "Santo" differenziarono la loro linea con la dizione "de Chiavica"

E' possibile dalle carte veronese ricostruire anche un breve pennone genealogico, ma comunque essendo i singoli nomi, vediamo che essi non si distinsero solo per i possessi, ma in vari campi dell'attivita' umana, dando dottori in legge e religiosi, ottenendo, come vedremo, particolari concessioni, il titolo di Cavaliere, ed infine acquistando parte delle terra di Lizzini sulla quale in seguito venne appoggiato il titolo Comitale.

Ma sara' piu giusto presentare l'Estimo nella sua integrita', onde meglio capire l'importanza della famiglia, che e' cosi' descritta, dopo il 1502:

De Serenellis, Serenelli

  • 1515 - Dionysius q. IO. Aloysius de S. Petro in Carnario
    D. Gabriella uxor q. Dionysii de S. Michaele ad Portas
    Richinus cum Ioannes q. Antoni Hieronymus, Richinus de S. Benedicto, Lodovicus de Clavica
  • 1518 - Lodovicus dam ne potibus de Bra
    Dionysius de S. Petro in Carnario, Gabriella di S. Michaelle ad Portas
  • 1545 - Franciscus q. Hieronimi cum Vincentio fratre de Bra
    Benedictus q. Dionysii de S. Michaele ad Portas
    Ioannes q. Antoni de Mercato Novo
    Diousius cum Fratre de Clavica
  • 1558 - Serenelli Vincentius de Bra
    Benedictus q. Dionysii de S. Michaele ad Portas
    Franciscus q. Ioannes cum Fratre de Morcaro Novo
    Dionysius cum Bartholomeo Fratre de Clavica
    Hieronymus q. Ionnis de S. Vitale
    Franciscus de Insulo infra
  • 1572 - Dionysius q. Aloysii cum Bartholomaeo fratre de Ferabobus
    Dionysius de S. Michaele ad Portas
    Leonardus q. Ioannis de Mercato Novo
    Hieronymus q. Vincentii in S. Michaele non habitans
  • 1584 - Hieronymeus q. Vincentii de S. Petro in Carnaria Dionysius doctor et Eques de S. Michaele ad Portas
    Carolus q. Hieronymi de Mercato Novo
    Leonardus q. Ioannes de Mercato Novo
    Hieronymus de Omnibus Sanctis
  • 1595 - Dionysius doctor et Eques de S. Michaele ad Portas
    Carolus q. Hieronymi de S. Vitale
  • 1605 - Dionysius doctor et Eques de S. Michaele ad Portas
    Carolus q. Hieronymi de S. Vitale
  • 1616 - Claudius Lagum doctor de Collegio q. Dionysii Legum doctor et Equis cum Andrea fratre de S. Michaele ad Portas
    Christophorus q. Hieronymi cum Francisco fratre de S. Vitale
  • 1627 - Claudius L. L. doctor de college q. Dionysii Eques cum Benedicto nep ex q. Andrea fratre de S. Michaele ad Portas
  • 1635 - Dionysius q. Benedicti de S. Michaele ad Portas
  • 1653 - Dionisio q. Benedetto, S. Michele a Porta
  • 1682 - Benedetto figlio di Dionisio di Ferrabuoi

Da questo elenco chiaro appare che la famiglia era divisa in piu' linee e che i suoi beni erano situati in varie parti, e che tra parenti spesso le soatanze erano divise tra loro.

Trattiamo ora particolarmente alcune delle figure piu' notevoli. Nel 1500 emerge "Benedetto", ottimo matematico, in amicizia col veronese Pietro Pitato, ed insegno' tale materia all' accademia Filarmonica. Tale accademia iniziata nel 1543 per diletto della musica, fu cambiata nel 1547 con studi migliori, con l'insegnamento di varie scienze e facolta'.

"Girolamo di Vincenzo" nel 1590 si fece buona fama nelle lettere: compose versi latini e delle orazioni volgari, dimostrandosi graziosissimo poeta.

Dionisi (i nomi si ripetono con la gentile consuetudine delle antiche famiglie che amavano riportarli quasi con essi scendessero i meriti e le virtu' degli avi) e citato nello stesso torno di tempo quale dottore in legge e cavaliere. Trattasi di quel "Dionigi" che abbiamo visto segnato all'Estimo nel 1595, e dottore in legge e cavaliere fu "Claudio Serenelli" ambedue, regolarmente segnati al collegio veronese.

Altro "Benedetto" (di Dionisio) valente medico compi' alcuni studi sulle malattie contagiose.

La famiglia venne ascritta al nobile Consiglio Veronese con molti esponenti e cioe' con "D. Franciscus" 1558, "Dominus Dionysius" 1561, "Leonardus" 1573, "Dominus Claudius Eques" 1589, "Andreas" 1597, "Benedictus" 1628, "Bartholomaeus" 1696, "Joseph" 1729 e Conte "Bartholomaeus" 1797.

E' necessario dare un accenno su tale Consiglio. Pur essendo una cosa notoria, e' bene ripetere che le memorie delle nobili famiglie vissute in una regione, delegano la maggior parte della loro storia ai Nobili Consigli della citta' posto sotto il dominio della Serenissima. Cosi' fu in Verona. Le famiglie non nobili diventavano tali appena ammesse a detto Consiglio. Ma non c'e' da credere che tutte abbiano aquistato nobilta' nell'anno in cui cominciarono ad appartenervi; parecchie di loro erano gia' nobili prima di esservi ascritte ed altri che non vi furono mai registrate serbarono tuttavia il grado di nobilta' che possedevano. Quanto poi alle forestriere, che dopo il 1420 andarono ad abitare a Verona e che avendo possedimenti in citta' o nel territorio facevansi iscrivere nel campione dell'Estimo quantunque molte di esse fossero di origine illustre; pure salvo qualche caso non venivano aggregate al Nobile Consiglio se non passato almeno mezzo secolo ed alcune volte fecero aspettare cento o duecento anni, dopo la loro ascrizione a detto Campione. Questo, secondo il pensare dei maggiori, era cosa utile e prudentissima, affinche' in quella unione, la quale doveva trattare gli affari di maggiore importanza della citta' e puo' promuoverne i vantaggi non entrassero persone legate da allieni vincoli e che non potessero ancora spogliarsi del naturale affetto ad altra terra.

Nel 1517 il Consiglio Veronese fu riformato per una deliberazione presa dal Consiglio Veneto dei Dieci e pubblicato dal Doge Leonardo Loredano. Da questa riformazione ne venne poi il negarsi l'ingresso al Consiglio Veronese alle persone che non potevano dar prova di discendere da famiglie nobili o da cittadini possidenti i quali non avevano esercitato alcuna arte manuale. Successivamente per provvedere al numero dei Consiglieri le cui famiglie si estinguevano furono istituite alcune Compagnie Nobili chiamate Bevilacqua, Berettona, Nogarola, Vicinia e Capulata e ad una di queste dovevano appartenere le famiglie dalle quali eleggevasi le persone da promuovere al Nobile Consiglio. Nel 1572 si fece una nuova e piu' severa riforma, cioe' negare l'accesso al Consiglio agli appartenenti al corpo mercantile. Esso s'incomincio' a dire "puro", ma ad una parte di onoratissimi cittadini venne cosi' tolto una specie di premio per le loro fatiche e le loro industrie fonti di tanti vantaggi al comune vivere. Il Consiglio di Verona cesso' di essere Nobile nel 1800.

Riprendendo l'illustrazione dei nomi ricorderemo "Giovanni" che fece parte del Collegio dei Notari di Verona. La sua firma di trova in rogiti pubblici e privati dal 1690 al 1700. Notaro fu pure "Andrea", anch'esso iscritto al Collegio con fama di Dotto in Questioni Giuridiche.

La famiglia aveva casa alla Porta dei Borsari, come tramanda lo Zanadreis nelle Vite dei pittori veronesi, quando indica che il soffitto di tal palazzo fu affrescato dal celebre Francesco Lorenzi, e di proprieta' dei "Serenelli" fu anche una celebra scultura rappresentante Minerva, opra di Lorenzo Muttoni.

In Verona dunque la storia dei "Serenelli" fu una cosa sola con la storia della citta' e non resta altro dunque da aggiungere se non che per acquisto fatto nel 1791 dai fratelli "Bartolomeo e Benedetto Serenelli" furono con decreto del Veneto Senato del 25 febbraio 1792 per se' e' discendenti investiti di un caratto giurisdizionale dalla cosi' detta Podestaria di Lizzini a delle rendite congiuntevi con l'annesso titolo di Conte, e con tale titolo stanno descritti i loro nomi nell'aureo libro dei titolati. Furono confermati nobili con Sovrana Risoluzione 1 marzo 1820.

"Bartolomeo" era figlio di "Giuseppe" e si uni' con Nobil Signora "Virginia Borghetti" generando: "Giuseppe", "Francesco", "Benedetto" e quattro femmine.

"Francesco Serenelli" (1792-1874) ebbe dalla Nobile Angela Nichesola Benedetto (1816), "Dionigio" (1818-1889), Carlo (1823), Virginia (1826) e Giovanna (1839).

"Dionigio Serenelli" a sua volta ebbe "Marino" (1850), "Carlo Scipione" (1854), "Francesco" (1855-1891), "Silvia" (1858), "Umberto" (1864), "Girolamo" (1866), "Giovanna" (1848), "Maria" (1861), "Giuseppina" (1852), "Virginia" (1869).

Dal matrimonio tra "Francesco Serenelli" e la contessa Italia De Serego nasce "Giuseppe" (1885-1938) il quale precocemente orfano del padre diviene l'unico "Serenelli" a dare progenie maschile, "Dionigio" e "Francesco" (1928-1989). I figli di "Francesco" sono "Vittorio" (1961) e 5 sorelle. "Vittorio" e consorte Adriana hanno "Umberto" (1988), che con i figli di "Giuseppe" (1958), "Donise" e "Alberto" rappresentano la continuitą ininterrotta della discendeza dei "Conti Serenelli" in Verona.

La famiglia si diramo' anche nelle Marche Anconetane. Qui vennero continuate le antiche tradizioni in Castelfidardo dope emergono notizie dalla fine del 1700, e qui fu in ottima posizione sociale.

Emerge infatti "Giovanni" che tenne in Castelfidardo alte cariche e che fu Consigliere della Societa' Maschile Mutuo Soccorso quando era presidente il Sig. "Mario Brandini" e Consiglieri: "Romeo Balestra", "Nazareno Brandini", "Giuseppe Colocci", "Arnaldo Magliani", ecc.
Suo fratello "Paolo", che troviamo in ottima posizione sociale, continuando le orme degli avi, segui' la carriera giuridica e fu Primo Presidente della Corte d'Appello di Firenze. Aggiunse al cognome quello onorifico di "Honorati" a ricordo della vita spesa interamente nella difficile missione della giustizia.

"Paolo" die' vita a "Romolo" padre di "Maria Serenelli" (defunta il 15 Agosto, 2001) che a sua volta diede vita a "Grazia Chiarello" (nata a Castelfidardo il 12 maggio 1944) che vive a Prato (Firenze, Italia) e "Stephen Serenelli" (nato a Londra il 10 maggio 1958) che vive in Prince Albert (Saskatchewan, Canada).


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